Funziona semplicemente così: più uno Stato spreca soldi, più ci saranno cittadini che in qualche modo beneficiano di questo spreco. Questi profittatori del sistema sono terrorizzati dall’eventualità che lo Stato inizi a funzionare bene, perché perderebbero i loro vantaggi.
Quando ci sono elezioni, i profittatori del sistema ovviamente votano convintamente i partiti che più probabilmente manterranno e/o aumenteranno la situazione di inefficienza, corruzione e spreco.
Sia chiaro: questi “banditi” non sono la maggioranza, eppure – essendo molto preoccupati dall’eventualità di perdere privilegi rubati – durante la campagna elettorale saranno estremamente attivi, lavoreranno al massimo per portare consenso alla loro parte (spesso anche investendo denari), e molto spesso con grande successo.
Ecco che gli interessi di una minoranza, molto attiva e agguerrita, alla fine portano una bella quantità di persone (sono gli sprovveduti che ci cascano e gli aspiranti profittatori a loro volta) , a sostenere quegli interessi, trasformandoli così negli interessi della maggioranza.
Conclusione: alle elezioni vincono i partiti che preserveranno la tradizione di inefficienza e spreco.
Come se ne esce? Semplice: la restante percentuale di popolazione (gli onesti, le persone per bene che lavorano e pagano le tasse) devono diventare attivi e agguerriti in politica almeno come e quanto lo sono i profittatori del sistema.
Hanno un vantaggio: sono più intelligenti, e poi sono sinceri, quindi hanno un vantaggio non da poco nel convincere gli sprovveduti.
Mancano i candidati onesti e capaci? Non c’è altro modo: gli onesti e capaci devono candidarsi.
Mancano partiti che li mettano in lista? Le persone per bene devono formare partiti che li rappresentino ed essere partecipi e attivi all’interno di questi. Faticoso? Certo. E’ la democrazia, bellezza.
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