Informazioni su Paul Olden

Oh, gioveni! Quando vi dico "sequitemi miei pugnaci", dovete sequire et pugnare! Poche fotte! Se no qui stiamo a prenderci per le natiche.

La vita, l’Universo, l’Internet e tutto quanto.

E se l’universo avesse coscienza?

Secondo il panpsichismo la coscienza è inerente anche ai più piccoli pezzi di materia – un’idea che suggerisce che i mattoni fondamentali della realtà hanno un’esperienza cosciente. Fondamentalmente, implica che la coscienza possa essere trovata in tutto l’universo.


Introduzione di un articolo reperibile su Reccom Magazine, all’indirizzo https://www.reccom.org/e-se-luniverso-avesse-coscienza/


Secondo questa teoria, chiamata “Panpsichismo” , il punto non è stabilire cosa è cosciente e cosa non lo è. Poiché ogni cosa è composta da connessioni di particelle e quindi ha una certa quantità di coscienza ( definita come “Phi” ), il punto sarebbe semplicemente quanto una cosa è cosciente.

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Non vogliamo fare molto per capire

Non vogliamo fare molto per capire, persistiamo

nella corsa delle lepri quando scartano di lato

per cercare di salvarsi le calcagna,

ci buttiamo nei cespugli di brughiera, stando fermi

come i sassi. Basterebbe forse poco: cavar fuori

dalla bocca l’uno all’altra (e viceversa) la parola

che non viene, piantumarci dentro a un cerchio

a vaneggiare, a darci tanti soprannomi , tutti brevi,

deliziose troncature. 

Guarda!

Diamo credito al pensiero più profondo,

per vedere nell’essenza, fino al vero, 

valicando l’illusione che chiamiamo realtà.

Guarda, è chiaro?

Tutto regna solamente nel tripudio di energia. 

Questo Dio che cercavamo

scandagliando in ogni luogo, 

senza mai portare a casa una risposta,

siamo noi, ne siamo parte. 

Come stavo

Penso sempre se sia il caso

di parlare (di parlarmi) di noi due. Quanto fosse

scandaloso e innominato il nostro frutto,

del perché l’asincronia – assoluta, si direbbe –

non prendesse neanche un punto d’importanza,

proprio niente. Al comando solo noia

perniciosa e onnipresente: lavorava sugli istinti, 

dentro al vuoto di potere dei pensieri. 

Si è fissata poca luce,

la visione di qualcosa che si muove dietro ai fori

praticati nelle porte di un armadio.

C’era caldo, oppure freddo. Tante volte

non ricordo come stavo. Ma il sapore.

Semilibertà

Ritrovarci poco a poco allo scoccare 

della freccia, l’onta franca dell’esistere 

incompiuto, la ragione di noi stessi 

come cani sopraffatti nella nebbia 

dell’olfatto, col guinzaglio che strattona

e loro niente: si abbandonano al trasporto, 

fanno ciò che il senso impera,

sconquassati d’empatia.

La Soluzione

E’ il percorso a fare tutto. Non fa altro

che forzarti a fare scelte, calcolando

tutti i rischi e i benefici. Poi ti svela

che di fatto non c’è uscita,

non avrai La Soluzione.

Resta poco, darsi pena

come il topo vive e trema

nell’istante che intercorre

tra il sapore del formaggio

e lo schianto della molla.